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martedì 20 ottobre 2015

Filosofia economica - Capitolo IV - Teoria del bisogno: i bisogni secondari (ma non troppo)

Salve amici lettori,

La volta scorsa abbiamo trattato dei bisogni primari, ovvero di quelli proprio indispensabili alla vita biologica così come la conosciamo.

Oggi parleremo del gradino successivo: ovvero, i bisogni secondari. Secondari ma non troppo... nel senso che, se un essere umano viene al mondo, fare la vita di un vegetale potrebbe non essere tra le sue maggiori aspirazioni.

E lo sanno bene coloro che, per motivi di salute, sono costretti a farne a meno.

I bisogni secondari sono molti e possono variare, ma provo comunque a raggrupparli in grandi categorie, secondo un ordine di importanza puramente personale.

La Salute
Posso avere cibo, aria, acqua e riposo... ma se non ho anche una buona salute, sarà molto difficile poter godere delle cose belle che da la vita. Salute fisica e psicologica, ovviamente. 

Questa parola è un contenitore molto grande, che va al di là di non avere patologie più o meno gravi: se stiamo "male", se proviamo dolore, difficilmente potremo concentrarci su altro.

Una società sana dovrebbe non solo curare e prevenire la malattia, ma curare il benessere a livello prodondo: puntare a quella che viene chiamato "benessere psico-fisico".

Tecnologia
Siamo in buona salute, supponiamo: la vita di ogni giorno ci pone di fronte ad ostacoli, che limitano il nostro accesso ai bisogni primari. Cibo, acqua, aria, ecc... La tecnologia è ciò che ci consente di superare i problemi di tipo pratico.

Quando parlo di tecnologia, non dovete immaginare per forza i computer, i laser o gli astronauti... Il pugnale di selce dell'uomo paleolitico era tecnologia, così come l'arco o la fionda. L'uomo ha una struttura fisica molto inferiore a tanti altri animali: l'unico modo, per sopperire a queste mancanze, è la tecnologia. Produrre vestiti, attrezzi, congegni, che facciano ciò a cui i limiti fisici ci impediscono di arrivare. 

Certo si può vivere anche senza, Adamo ed Eva nudi nell'Eden: ma siccome non tutti siamo proprietari di un'isola tropicale, potrebbe essere utile avere un tetto sulla testa, qualche straccio con cui coprirci, qualcosa con cui scaldarci e illuminarci ecc.

Gli strumenti tecnologici, che risolvono i problemi pratici di ogni giorni, dovrebbero essere a disposizione di tutti. Bisognerebbe usarli con criterio, averne cura e non abusarne, né sprecarli. Troppo spesso nella nostra società usa e getta, non abbiamo rispetto degli strumenti a nostra disposizione. Utilizziamo la tecnologia senza criterio, provocando danni enormi all'ambiente e quindi alla nostra stessa vita.

Servirebbe una nuova cultura della tecnologia, che ritrovi il buon senso. 
 
Libertà
Supponendo di godere di buona salute e disponendo della tecnologia necessaria, potrà venirci voglia di fare qualcosa: fare un certo lavoro, coltivare certi interessi, amare, stare con qualcuno, ecc... Per fare ciò, serve la "libertà". La metto tra virgolette, perché anche questo è un contenitore molto ampio.

Qualcuno potrebbe obiettare che la libertà non è un bisogno secondario, ma primario! No... Osservando quante persone passano la vita prigioniere, magari vivendo male, ma vivendo e perfino a lungo, ne deduco che la libertà è un bisogno secondario. Al mondo esistono molte condizioni che limitano la libertà dell'individuo: molte imposizioni arrivano dalla società, altre ce le auto-imponiamo per paure o pigrizia, altre volte si può essere prigionieri, letteralmente parlando, ed essere chiusi in qualche cella.

Si può vivere anche senza libertà, anzi, molte volte spaventa. Ma questo è un discorso talmente grande che non può essere affrontato qui...

Una cultura che si vuole dire avanzata, deve essere consapevole che la libertà è uno stato estremamente delicato e difficile da mantenere e va continuamente protetto e curato.

E va insegnato, ne vanno compresi in maniera profonda i diritti, ma anche i doveri. Sì, essere liberi comporta dei doveri. Il dovere principale è quello di rispettare la libertà del mio prossimo: rispettare l'ambiente in cui vivo è un altro dovere, così come lo è non abusare della libertà che ci viene concessa. La libertà è una scelta, ma comporta un esercizio molto delicato, dai confini spesso sfumati. Ecco perché è più facile affidarci a regole imposte da altri o a convinzioni provenienti dalla cultura di base a cui si appartiene.

La libertà di pensiero comporta grande fatica e soprattutto grandi dubbi... dubbi che spesso si preferisce non affrontare.

Vi vengono in mente altri bisogni secondari... ma non troppo? Sono curioso di conoscere la vostra opinione.

Alla prossima puntata



venerdì 16 ottobre 2015

Filosofia economica - Capitolo III - Lo strozzino, le banche e la BCE

Buongiorno amici lettori ed internauti.

Oggi vorrei tediarv... ehm, illustrarvi un pensiero che mi sta tormentando da un po' di tempo.

Lo strozzino.

Non devo certo spiegarvi cos'è uno strozzino, ma lo faccio lo stesso.

1. Chi presta denaro a interesse eccessivo approfittando dello stato di necessità in cui si trova chi lo chiede (dal vocabolario Treccani)

Detto così sembra semplice, ma fa un po' a cazzotti con la logica: voglio arricchirmi, quindi presto forti somme di denaro a qualcuno in difficoltà? Uno è alla canna del gas, coperto di debiti e io, grande genio del male e della finanza, gli presto i soldi ad un interesse altissimo?

Non ha molto senso... è molto probabile che non vedrò più i miei soldi, qualunque sia la minaccia che posso mettere in campo.

Ed è proprio questo il pensiero che mi tormenta: supponendo che non tutti gli strozzini siano degli idioti, deve esserci un valido motivo, per cui prestano i loro soldi a chi sanno benissimo non sarà mai in grado di restituirglieli.

E questo motivo, è, secondo me... il dominio.

Lo scopo dello strozzino non è arricchirsi: lo scopo dello strozzino e dominare, possedere, schiavizzare. La vittima dello strozzino è schiava dello strozzino: lo strozzino possiede i suoi beni, i suoi soldi, di fatto... la sua vita.

Meglio di chiunque altro, lo strozzino ha capito che il vero valore non sono pezzi di carta con un numero stampato sopra; bensì la possibilità che questi hanno di comprare beni, servizi e persone.

E ora veniamo al titolo del mio post: "Lo strozzino, le banche e la BCE".

Perché questo strano titolo? Lo strozzino è un delinquente: di quelli che spezzano le dita o ti fanno esplodere l'auto se non paghi, come nelle più classiche storie di mafia. Utilizza i prestiti di denaro per avere aziende, attività, comprandole a prezzi stracciati, dopo averle affogate nei debiti.

Un po' come fa una banca, non credete? Solo che, ci mancherebbe, quando lo fa la banca è legale... La banca crea (stampa) della carta (ma neppure, ormai avviene in maniera elettronica), te li presta e, se non sei in grado di restituirli, ti porta via la casa. Tradotto, in cambio di NULLA ti porta via beni, possedimenti, lo stipendio ecc ecc.

Ma aumentiamo il tiro. Tutti saprete che cos'è il Quantitive Easing, ma siccome voglio fare il figo ve lo spiego in parole semplici.

Sei uno stato in difficoltà? Le tue banche e aziende statali sono in crisi perché nessuno ne compra più i titoli? Non ti preoccupare, ci penso io, BCE: stampo un po' di carta, ci scrivo sopra un numero e, in base al valore che ci scrivo, tu mi dai i tuoi titoli.

Lo ripeto, stampo carta, ci scrivo sopra 500 e tu stato mi dai titoli di credito o azioni delle tue aziende partecipate per il valore di 500 euro... Tradotto, in cambio di NULLA, tu stato mi dai pezzi di servizi fondamentali per i tuoi cittadini, oppure ti indebiti con me (BCE) a vita e per la vita di 6 o 7 generazioni future!

Ecco... lo strozzino di governo... E, per aggiungere il danno alla beffa, se non paghi uno strozzino e salti per aria, magari ti intitolano una scuola e il presidente della repubblica parteciperà al tuo funerale. Se invece non paghi una banca e ti suicidi per i troppi debiti, devi sperare che non si rivarranno sulla tua famiglia, pignorandoti anche il loculo di famiglia.

Se poi, uno stato si azzarda a non pagare la BCE, allora sono cavoli proprio amari: l'intera società va sotto accusa! Popolo di fannulloni, quelli che per anni hanno vissuto sopra le proprie possibilità! Che hanno approfittato della carta stampata con il numerino scritto sopra... e ora devono pagare!! I governi varano manovre lacrime e sangue, si taglia, sanità, scuola, trasporti... E ci si ritrova a lavorare come cretini e pagare montagne di tasse, senza che queste servano a nulla: vengono assorbite, trangugiate dal debito, dai pagamenti arretrati con lo strozzino BCE.

Solo io trovo che tutto ciò sia un tantino assurdo?

Non riesco a capire dove tutto ciò possa portare: so solo una cosa. Dello strozzino non ci si libera continuando a pagare: dello strozzino ci si libera denunciandolo, combattendo... e certo, subendone le ovvie ritorsioni. E se non ci riusciamo, se proprio vogliamo continuare a subire lo strozzinaggio legale e di stato, almeno cerchiamo di smettere di sentirci delinquenti. I delinquenti, fino a prova contraria, sono loro!

Alla prossima puntata!


martedì 6 ottobre 2015

Guerra e Pace

Santa wikipedia.
Oggi, facendo qualche ricerca sulla parola "guerra", sono incappato in questa massima latina


Copio incollo da wikipedia, che magistralmente ne spiega due significati: quello letterario, più ovvio e un secondo, più sottile.

Si vis pacem, para bellum (in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina di autore ignoto ma presente in molti autori in varianti poco differenti. Usata soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace è quello di essere armati e in grado di difendersi, può anche significare, in maniera più sottile, che un espediente per tenere unito e concorde un popolo, e quindi poterlo meglio governare, è di creare un nemico all'esterno o al suo stesso interno (vedi divide et impera).
Il significato principale è chiaro... ma è quello sottile, quello più inquietante.

Fin dalle prime civiltà, coloro che volevano il potere capirono che il modo migliore per ottenerlo, per ottenere obbedienza e controllare il popolo, era quello di dar loro un nemico da combattere.

Riportato nella nostra realtà di oggi, fa un po' impressione: quanti nemici sono stati creati, al solo scopo di essere distrutti? Quanti dittatori andati al potere grazie ad un "aiutino", poi sono stati additati come l'origine di tutti i mali?

E ovviamente, il motore di tutto ciò sono i soldi: notizia di oggi, l'acquisto di 12 nuove navi da guerra, per svariati miliardi di euro... Il tutto per combattere i terribili nemici della patria, che sarebbero quei gommoni carichi di disperati, che galleggiano per non si sa quale miracolo? Suvvia... possiamo anche far finta di crederci, però...

In tutto ciò, non posso che essere colto da un inquietante pensiero: dopo migliaia di anni, solo la tecnologia si è evoluta... ma non abbiamo imparato nulla. Ci scanniamo tra poveracci, manovrati da qualche furbone, ammaliati da chi manipola l'informazione, aizzati come cani da combattimento gli uni contro gli altri.

La cosa ridicola è che non ci sarà mai un vincitore: abbattuto un nemico, ne verrà creato uno nuovo e così via.

Finirà mai?


giovedì 1 ottobre 2015

Filosofia economica - Capitolo II - Teoria del bisogno: i bisogni primari

Poste alcune domande senza risposta, vorrei ragionare su un aspetto, quello principale, che sta alla base di tutta la nostra economia.

Il bisogno.

E' innegabile, l'intera vita umana si basa sul bisogno di qualcosa.

Facciamo una piccola classifica? Dividiamo i bisogni in categorie? Non bisognerebbe farlo, fare categorie, dare etichette, ma siccome sono un ingegnere ed è mia abitudine assumere che un cavallo possa approssimarsi ad una sfera, per semplificare i conti, ritengo sia utile approssimare i bisogni umani in alcuni grandi insiemi. Sempre per semplificare la spiegazione.

Bisogni primari
Senza tanti giri: cibo, acqua, aria, sonno.
La base, ciò che consente la vita di qualunque essere vivente multicellulare, dal vegetale allo scienziato. Ovunque viviamo, qualunque lingua parliamo, qualunque sia il nostro ceto sociale, ceto asociale, orientamento sessuale, disorientamento sessuale, credo, colore dei capelli ecc ecc, di queste 4 cose assolutamente non possiamo fare a meno. Almeno non a lungo.

Non solo, siccome siamo vivi e quindi disponiamo per forza di tutte e 4 queste cose, dobbiamo ricordarci che la loro qualità influenza in maniera direttamente proporzionale la qualità della nostra vita. E' innegabile che mangiare cibo sano, bere acqua sana e respirare aria sana, sia molto meglio di mangiare schifezze, bere acqua reflua e respirare direttamete dal tubo di scappamento del trattore del nonno.

Spesso dimenticato, il 4° bisogno primario che ho indicato, è importantissimo: il sonno. Dormire. Il sonno, così come il cibo, l'acqua e l'aria, è un bisogno fondamentale, senza cui non è possibile la vita. Ogni forma di vita, sia vegetale che animale, ha degli stati di riposo e di attività, regolati per lo più dal ciclo solare: nei bisogni primari spesso ce ne dimentichiamo, ma la qualità e la quantità del riposo, del sonno, influenza tantissimo la qualità della nostra vita. La sua assenza, per periodi anche non molto prolungati, porta alla morte, così come l'assenza di cibo, acqua o aria.

I bisogni primari e l'economia
Possedere il pieno controllo di uno solo di questi bisogni... è il modo completo e definitivo di rendere schiavi e succubi interi popoli. No, non sto rivangando qualche frase da cioccolatino: è davvero così.

Immaginate ad esempio che tutta l'acqua dell'intero pianeta, tranne quella in vostro possesso, non sia potabile. Altro che oro, diamanti e petrolio: una sola goccia, della vostra acqua, varrebbe qualunque cifra voi decidiate che valga.

"Ad rivum, eudem lupus et agnus venerant, siti compulsi", raccontava Fedro nella sua favola.

La sete spinge lupi ed agnelli all'acqua: e per quanto grande la paura dell'agnello possa essere forte, egli sarà costretto ad affrontare il lupo per poter bere e sopravvivere... rischiando ovviamente lo sbranamento.

I bisogni primari sono qualcosa da cui non possiamo fuggire, a meno di non accettare una bruttissima morte: la fame e la sete spingono popoli ad attraversare interi deserti, fanno dimenticare pericoli, paure, buon senso, affetti... ogni cosa. Sono implacabili, scritti col fuoco nel nostro DNA, spazzano via ogni convenzione sociale, buon proposito, alto moralismo. La più docile, buona, fantastica e acculturata persona, privata di uno dei suoi bisogni primari, diventerà senza dubbio una bestia, capace di qualunque azione che oggi, nelle nostre piccole e fragili società perbeniste, condanneremmo.

Riflettete su quanto l'assenza di un sonno di qualità, soprattutto nelle grandi città, renda scorbutici e tendenzialmente violenti e aggressivi i suoi abitanti...

L'equilibrio sociale, dal mondo intero al piccolo rifugio di montagna, si regge su questi 4 bisogni: ecco perché la società dovrebbe mettere al primo posto dei suoi doveri la loro tutela. Cibo, acqua, aria e riposo dovrebbero essere prodotti da tutti, protetti da tutti, in quantità sufficiente per tutti e in qualità degna di essere consumata da un essere umano. Non dovrebbero esserci mire o interessi legati a questi bisogni...

Il tentativo di controllo dei bisogni primari
Ovviamente ciò non avviene... Non è una male della società moderna questo, beninteso: tutta la storia si basa su sovrani e dittatori che razziavano cibo, possedevano terre e dominavano interi popoli proprio grazie al guinzaglio dei bisogni primari.

Per avere di ché mangiare, si marciava verso una qualche guerra di cui non si sapeva nulla, si lavorava in campi da cui sarebbe stato sottratto il 90% del raccolto, per conquistare una città la si assediava affamandola e tutta una quantità di altre vessazioni che l'umanità si è autoinflitta per millenni.

Oggi ovviamente questo continua, con l'aggravante che la scienza e le nuove scoperte portano all'ennesima potenza la capacità di controllare ciò di cui ci nutriamo. OGM, tentativi di privatizzare le fonti di acqua, abbattimento delle colture naturali a favore di quelle industriali e di massa, distruzione delle riserve di pesca e della possibilità del pianeta di rigenerare nuove risorse.

Tutto ciò per... cosa? Mi sono posto molte volte questa domanda: che senso può avere che metà del pianeta si ingozzi di cibo, spendendo poi miliardi nel tentativo di smaltire quanto mangiato e l'altra metà crepi di fame e stenti a riempire lo stomaco? Che senso può avere avvelenarsi col gatorade e contemporaneamente avere popoli interi senza acqua potabile?

Follia umana... o volontà di dominio?

Far sì che certi cibi costino meno e contemporaneamente ridurre in povertà grandissime fette di popolazione... non porta forse quelle persone affamate a nutrirsi proprio di quel cibo? Riempire le scuole di prodotti schifezza, anziché di cibo sano, non ha come unica conseguenza la malnutrizione e quindi la malasalute dei nostri bambini? Bombardare le pubblicità con prodotti industriali non ha forse come unico obiettivo quello di guidare l'acquisto di prodotti fatti da multinazionali del cibo? Diffondere OGM, che non possono essere ripiantati... mettere fuori legge certe colture, avvelenare l'aria e l'acqua, disturbare il sonno con ogni tipo di radiazione elettromagnetica... non ha forse come unico obiettivo il dominio dell'umanità?

Immaginate un mondo futuro... in cui tutto il cibo è OGM, posseduto dalle multinazionali: per nutrirvi... dipenderemmo dalla loro magnanimità? Terribile, non pensate?

Concludo ancora una volta con più domande che risposte... ma sono domande che forse vale la pena di porsi.

Link interessante
http://www.valut-azione.net/blog/i-bisogni-umani-e-la-loro-soddisfazione-6-strategie-per-affrontare-un-tema-complesso/