Pagine

martedì 30 dicembre 2014

Al di là del confine del Mondo

Esiste una linea, attorno ai buchi neri del nostro Universo, conosciuto come orizzonte degli eventi.
Un confine tra due mondi: il nostro, quello che vediamo e conosciamo e un mondo ignoto...

Penso spesso a questa metafora: molte volte nella vita ho avuto di fronte un orizzonte degli eventi.

Sarà capitato a molti di trovarsi in un momento della propria vita in cui si deve attraversare questo confine: è là, di fronte a noi ed è impossibile prevedere cosa ci sia al di là. Perché la particolarità dell'orizzonte degli eventi è questa: nulla sfugge, neppure la più piccola informazione. Sappiamo che c'è, lo vediamo davanti a noi, ma è impossibile sapere cosa ci sia dall'altra parte.

Questo momento storico, è un po' così a livello mondiale: il mondo si trova ad una svolta. Siamo sul bordo di un orizzonte degli eventi... e stiamo per attraversarlo.

Al di là? Mistero... E' certo che lo attraverseremo: le leggi dell'Universo lo impongono, la gravità ci attrae. Una volta superato è impossibile tornare indietro. Saremo in un altro mondo, un'altra realtà. Sarà un passaggio tranquillo? Sarà traumatico? Nessuno lo sa... Certo è che tutti lo percepiamo.

A volte ho come l'impressione che il Mondo stia trattenendo il respiro, in attesa di questo balzo cosmico. L'incertezza attanaglia ognuno di noi, anche chi non ne è pienamente cosciente: anche chi è un po' più distratto ormai se ne rende conto.

Il cambiamento avverrà. Il confine verrà oltrepassato. Non c'è nulla che possiamo fare per impedirlo. Ciò che possiamo fare è decidere il modo in cui passeremo di là. Abbracciare il nuovo mondo che verrà, contribuire a crearlo, respingerlo, combatterlo, cercare di non superare l'orizzonte... ognuno farà ciò che sente nel cuore.

In ogni caso il tempo proseguirà e a noi non resta che attendere: attendere di scoprire cosa si trova al di là del confine del Mondo...



link consigliato: dentro le fauci del mostro

venerdì 28 novembre 2014

ciao

creo il post alle 15.58

torno alla bozza 15.59 e salvo

scrivo questo alle 16.00 e pubblico

lunedì 23 giugno 2014

Scalare la montagna

Quello che vi racconto oggi, è una cosa davvero accadutami qualche anno fa, per l'esattezza il 9 luglio del 2006...

Non stavo bene in quel periodo, fisicamente e emotivamente... non ero felice.
Ero malato, prendevo medicine... tante medicine... ed ero stanco, tanto stanco di vivere e di soffrire...

Una mattina mi svegliai... erano le 5 di mattina. Il dolore era in tutto il corpo... insopportabile... mi tormentava da settimane...
Mi alzai barcollando a prendere le medicine che mi avevano dato, per calmarlo; aprii la confezione e rimasi là, con la pastiglia in mano.

"Non si può vivere così..." pensai.

Avrei voluto gridare tutta la mia rabbia contro Dio! Un Dio che mi puniva senza motivo! Un Dio che non mi considerava, che se ne infischiava di me! E... diamine, decisi di farlo davvero! Pensai alla grande croce di pietra che qualcuno aveva messo in cima alla montagna...

Prima che me ne rendessi conto, le medicine erano nella spazzatura e io ero sul sentiero. In principio provai a correre, ma la salita era dura e fui costretto a camminare. Il dolore mi faceva impazzire, l'aria fredda e pungente mi feriva la gola e i polmoni... le gambe tremavano nello sforzo.

"Adesso mollo." Mi dicevo. "Faccio ancora 100 metri e torno indietro."

Ma poi, fatti quei cento metri, mi dicevo "Arrivo fino a quel sasso, fino a quell'albero..."

La luce aumentava... qualche uccellino si fece sentire tra gli alberi. Il sentiero si apriva sulla valle, di tanto in tanto e io osservavo le case e i villaggi farsi sempre più piccoli, mentre continuavo a ripeterrmi "Ancora un passo e mi fermo, ancora un passo..."

E così continuai a salire... Bruciavo di febbre, la saliva si era fatta spessa e non riuscivo più a deglutire, il cuore mi martellava nelle orecchie, nella gola, nella schiena, ovunque... Ma io non ascoltai.

Avanti e avanti... un passo alla volta. Passai l'ennesima curva, superai l'ennesima salita ripida... Non so quando accadde, ma ad un certo punto, seppi con assoluta certezza che non sarei tornato indietro. Sarei arrivato in cima. Smisi di ripetere il mantra "torno indietro, torno indietro"...

Sentivo qualcosa di diverso in me, sentivo una forza nuova e sconosciuta che spingeva le mie gambe. La stanchezza era svanita e io mi sentivo leggero. E corsi... corsi dimentico di tutta la strada che avevo fatto fino a quel momento.

Arrivai sulla cresta della montagna, ormai la cima era alla portata dei miei occhi... e proprio in quel momento, il sole fece capolino tra le montagne e mi illuminò! Un branco di cervi fuggì, sentendomi arrivare e io mi sentivo forte, veloce come loro, mentre le gambe mi spingevano verso l'alto. Gli ultimi cento metri li feci quasi volando!

Mi fermai ansante ai piedi della grande croce. Un cielo enorme, azzurro, si stagliava su di me, illuminato da uno splendido sole. I paesi, le valli, la mia vita, i miei problemi, erano piccole cose lontane sul fondo: ero in cima al mondo!

Avevo percorso 12 chilometri, con 1000 metri di dislivello... erano passate due ore, dal mio terribile risveglio. E mi avevano detto di evitare gli sforzi...

Mi resi conto solo allora di sentirmi bene, come non mi ero mai sentito prima: di non provare più dolore, né disperazione, né paura. Allargai le braccia, inspirando a pieni polmoni e urlai, non più di rabbia, ma di gioia! E il mio grido riempì il cielo e rimbombò tra le valli!

Guardai la grande croce e chiesi a Dio
"Perché tutta questa fatica? Non potevi farmi stare bene e basta?"

La risposta mi venne in mente da sola.
"No, non potevo. Se tu fossi stato bene non avresti mai voluto urlare contro di Me, non avresti attraversato sentieri, boschi, dirupi per venirMi a cercare. Non avresti mai visto il mondo addormentato, la foresta, il sole all'alba che ti illumina, non avresti mai visto i cervi. Invece, affrontando il tuo dolore, hai scoperto la tua forza, la tua volontà, hai superato tutti i tuoi limiti pur di sfidarMi. Hai lasciato i tuoi dolori in fondo alla valle e hai scalato la Montagna!"




domenica 8 giugno 2014

Evviva il cuore

Sette, otto settimane: meno di due mesi.
Lo stadio di sviluppo di un feto, in quel momento, è ancora embrionale: pesa un paio di grammi ed ha una lunghezza di un paio di centimetri. E' molto, molto lontano dall'essere chiamato "Essere Umano": non esiste neppure un cervello vero e proprio.
  
Eppure... un piccolo miracolo, sta per verificarsi. Una porzione di tessuti muscolari, nervosi e vasi sanguigni, microscopica (misura qualche millimetro), inizia a... battere. E' qualcosa di straordinario, pensare al primo battito di un cuore; prima c'era certamente fermento, il microscopico corpicino in formazione, i tessuti che si differenziano, ma quello, il primo battito del cuore, è movimento, è rumore, è vita.
   
Tum-tum, tum-tum, tum-tum
  
Tum: ventricolo sinistro, il cuore si riempie, l'anidride carbonica viene esplulsa; ventricolo destro, il sangue viene arricchito con ossigeno e Tum! viene immesso nel corpo. Questo succede migliaia di volte ogni singolo giorno: da quel primo Tum, quando ancora siamo dei microscopici esserini senza quasi una forma, fino all'ultimo secondo della nostra esistenza.
   
Tum-tum, tum-tum, tum-tum
   
E quel rumore ci accompagnerà ogni secondo della nostra esistenza terrena. Inarrestabile, instancabile, con una precisione infallibile, lui è là. Certo, ci sono malattie, arresti, cuori più o meno in salute: ma possiamo essere certi che, se stiamo pensando, parlando, dormendo, se qualcosa funziona dentro di noi... vuol dire che abbiamo un cuore che batte.
  
Mangiamo, dormiamo, amiamo, sognamo, ci agitiamo, siamo tristi, felici, ansiosi, permalosi, belli, brutti, dritti, storti, cattivi, buoni, gelosi, golosi... lui è sempre lì e funziona senza perdere un colpo. Tum-tum, Tum-tum, Tum-tum.
   
E' il nostro motore, il nocciolo della nostra esistenza. Sede delle emozioni, per gli antichi, registra tutto di noi: sa quando abbiamo bisogno di lui, quando darci più forza. Quando siamo in pericolo, è il primo ad accorrere in nostro aiuto, aumentando il ritmo; quando siamo felici, condivide la nostra gioia.
  
E' dentro di noi, ma allo stesso tempo indipendente da noi: ha una mente sua, un piccolo nucleo di cellule cerebrali, che lo separano dalla nostra volontà. Infatti, mentre ognuno di noi può trattenere il respiro, nessuno di noi ha il potere di fermare il proprio cuore. Lo si può rallentare, con alcune tecniche, o accelerare, correndo o saltando, ma la nostra mente non potrà mai bloccarlo del tutto.
  
E' dentro di noi, ma è quasi un altro essere vivente: il nostro amico più fedele e presente. Non si perde un attimo della nostra esistenza e non ci abbandonerà fino all'ultimo respiro. A volte addirittura dopo l'ultimo respiro. E' successo ad alcuni, di essere morti e di avere un cuore pulsante: come un eroe solitario, che non si arrende all'evidenza, continua a lottare per mantenere calore e vita in un corpo ormai privo di guida e di pensiero. E' quella che viene chiamata "Morte cerebrale."
  
E grazie alla medicina, quell'eroe, nei nostri giorni, può essere premiato: sì, perché può essere "donato", può spostarti dal corpo ormai senza vita del suo precedente padrone e sostituire un cuore stanco e malato. L'eroe solitario, che non si è arreso alla morte, può salvare una vita: battere di nuovo in un altro corpo e ridare gioia, calore, corse, amore ed emozioni a qualcuno che rischiava di perdere tutte queste cose.
 
A te, Cuore pulsante: a te, che sei il primo a partire e l'ultimo a fermarti, a te che senza sosta mi sostieni e mi dai la possibilità di esistere!
 
 

martedì 8 aprile 2014

7 punti per l'Europa - Fiscal compact

Buongiorno a tutti,
per proseguire nell'informazione su cos'è l'Unione Europea e su come influisce nella nostra vita di tutti i giorni, riporto qui una spiegazione, il più breve possibile, per chiarire qualche dubbio sul Patto di bilancio Europeo, meglio conosciuto come FISCAL COMPACT. Alla fine del post trovate qualche link per approfondire l'argomento.

Innanzi tutto bisogna specificare che il Fiscal Compact non è una legge europea, né una direttiva. Il Fiscal Compact è un trattato internazionale, firmato dal Consiglio Europeo, ovvero dall'assemblea dei capi di stato e di governo dell'UE.

A differenza di una legge europea, un trattato, per entrare in vigore, deve essere ratificato: ovvero gli organi legislativi di un paese devono promulgare una legge specifica che metta in atto quanto stabilito dal trattato.

In Italia ad esempio è stata promulgato il 14/09/2012 ed è entrato in vigore il 1/1/2013

Non tutti i paesi UE lo hanno firmato: Gran Bretagna e Repubblica Ceca non lo hanno fatto.

Cosa prevede il fiscal compact: cercando di essere il più sintetici possibile

- obbligo del perseguimento del pareggio di bilancio (art. 3, c. 1)
- obbligo di non superamento della soglia di deficit strutturale superiore allo 0,5% del PIL (e superiore all'1% per i paesi con debito pubblico inferiore al 60% del PIL)
- significativa riduzione del rapporto fra debito pubblico e PIL al ritmo di un ventesimo (5%) all'anno, fino al rapporto del 60% sul PIL nell'arco di un ventennio (artt. 3 e 4).
- impegno a coordinare i piani di emissione del debito col Consiglio dell'Unione e con la Commissione europea (art. 6).

Per l'Italia, rientrare del 5% ogni anno sul debito, significa tagliare circa 50 miliardi di euro all'anno, mantenendo il PIL invariato. Siccome nonostante le politiche di austerità, il debito è continuato a crescere, significa che per ridurlo in maniera così significativa dovranno essere fatti interventi pesantissimi, difficili da immaginare.

Si parla infatti di vendere le grandi aziende statali, Poste, Enav, Finmeccanica ecc) Si parla di patrimoniali. Si parla di vendere il patrimonio architettonico.

Il Movimento 5 Stelle si oppone fermamente al Fiscal Compact chiedendo l'immediata abolizione. Entro 5 anni, il Fiscal Compact verrà preso in carico dalla Commissione Europea e potrebbe diventare legge dell'Unione.

Ecco perché sarà importantissimo avere una forte rappresentanza del Movimento al Parlamento Europeo, dal momento che si potrà, in tale sede, modificare o bloccare questo meccanismo.

http://www.european-council.europa.eu/media/639226/10_-_tscg.it.12.pdf

http://it.wikipedia.org/wiki/Patto_di_bilancio_europeo

Informatevi,
perché un cittadino informato è un cittadino libero!


lunedì 24 marzo 2014

La nostra più grande ricchezza

Oggi sono triste: il motivo è molto semplice.


Ora... non posso non pensare che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato in questo. E dopo tante lotte, tanto parlare, tante corse, non posso fare a meno di pensare che siamo tutti responsabili per questo.

Non voglio entrare nel merito dei motivi che hanno spinto questo giovane ad un gesto così estremo... ciò che mi inquieta di più e la lista delle priorità, la lista delle "ricchezze" che abbiamo.

I giornali valdostani, a grandi lettere, oggi titolano e srotolano fiumi di inchiostro per il film "The Avengers"... in secondo piano, relegato a poche righe, una terribile tragedia che ci priva di un giovane concittadino.

Già... ha più valore un film per noi, della vita di un giovane pastore delle montagne. Tante cose hanno più valore... il tempo che non c'è mai, il lavoro, la politica, lo sport.

Quand'è che abbiamo smesso? Quando abbiamo smesso di ascoltare i nostri giovani? In quale secondo di quale maledetto giorno di quale fottutissimo anno nella nostra scala dei valori le persone sono finite all'ultimo posto?

Sì, perché è questo il punto. Nella nostra lista dei valori, nella nostra scala di "ricchezza"... le persone non ci sono più.

L'egoismo è il grande protagonista della nostra giornata: gli altri... piccoli pensieri relegati in pochi minuti, in qualche sms, nei "like" di facebook.

Abbiamo lasciato soli i nostri giovani: li abbiamo lasciati senza guida. Ci siamo fatti distrarre, sconvolgere, da una vita che neppure noi sappiamo più gestire e abbiamo consegnato le persone più deboli della nostra società in pasto ad un mondo che vuole solo farli a pezzi. Noi stessi siamo persi, senza più una direzione... Colpevolmente persi e senza direzione.

I ragazzi e i bambini guardano a noi adulti: ci osservano, ci copiano. Ciò che vediamo in loro è lo specchio di ciò che noi siamo. Vediamo nelle nuove generazione confusione, infelicità, solitudine... e non ci rendiamo conto di osservare il nostro stesso riflesso.

Certo, la vita è difficile... certo che un po' di pace e riposo tutti quanti ce la meritiamo... ma forse è giunto il momento che noi adulti ricordiamo una parola che forse abbiamo dimenticato

RESPONSABILITA'!!

Forse è ora che riprendiamo il timone di questo mondo impazzito: forse è ora che alziamo il culo dai nostri comodi divani e che raddrizziamo questa nave alla deriva. Perché se in una regione che viene chiamata "isola felice" un ragazzo con tutta la vita davanti non vede altra via d'uscita che la morte, allora mi viene più di un sospetto che abbiamo sbagliato qualcosa. Mi viene da pensare che se il mondo va male forse sta a noi rimetterlo a posto.

Questo ragazzo che si è tolto la vita è un simbolo... il simbolo di una gioventù che ci cerca e non ci trova. Il simbolo di una gioventù che chiede la nostra guida e si ritrova sola. Il simbolo di una gioventù che non ci chiede per forza una risposta, ma solo che ci fermiamo e se non altro ne ascoltiamo le domande.

Non è il primo giovane che si toglie la vita nella nostra "isola felice" e temo che non sarà l'ultimo... ma non è una cosa che sono disposto ad accettare!

Perché in una società la ricchezza più grande sono le persone: e le persone più "ricche" sono i giovani. E noi stiamo abbandonando e perdendo la nostra ricchezza più grande e questo deve finire!


Marcello Jeantet, al centro col cappellino, il giorno in cui la 'sua' Guerra vinse il bosquet nell'eliminatoria delle batailles

lunedì 17 marzo 2014

Rassegna comunitaria Evançon dimezzata

Il 29 marzo, a Montjovet, si svolgerà la rassegna comunitaria bovina della comunità Evançon.

Gli allevatori si riuniscono, presentando i loro capi migliori: occasione di festa, di ritrovo, di qualche soddisfazione, dopo tanti sacrifici.

Sarà questa una rassegna ridimensionata: ridimensionata dalla crisi economica, certamente, ma anche dalla malagestione di un governo regionale che promise mari, monti e soldi, un anno fa, in vista delle elezioni di maggio, ma che, una volta ottenuta l'elezione, di quelle promesse si è bellamente dimenticato.

E così, i fondi per le rassegne dell'anno passato (2013), sono arrivati solo il 23 gennaio di quest'anno, a seguito di una durissima battaglia in consiglio regionale, portata avanti dalla minoranza. Colpa del patto di stabilità, certo...
 
Fondi, sì, ma pochi. E così, gli allevatori della comunità Evançon si vedono costretti a ridimensionare la manifestazione: e mentre per l'anno scorso sono state rimborsate le spese di trasporto per due capi, quest'anno il rimborso riguarda solo il capo adulto. Quindi molti agricoltori rinunceranno a portare il manzo alla rassegna.*

Altro taglio riguarda i premi: non più i campanacci, consegnati da impettiti e orgogliosi uomini forti della regione, ma semplici ceste di prodotti tipici.

E saranno pagati i contributi all'Arev per le manifestazioni del 2014? Nessuno lo sa. Attenderemo fiduciosi.
 
La speranza è che gli allevatori valdostani abbiano finalmente capito con chi hanno a che fare e che non vogliano più farsi sedurre da finte e vuote promesse elettorali.
  


*Il regolamento Arev prevede che ogni allevatore porti in rassegna un capo adulto (3 anni, 4 e oltre anni) e un manzo fino a 2 anni.